IMMOBILITA’ E PAROLE

di Paola Piana

L’immobilità è quella cosa che non capisci appieno finché non la provi… sulle tue gambe, aggiungo io. Sì, hai voglia di scrivere parole di conforto alle amiche, hai voglia di riempire pagine di “Vedrai!”, “Cambierà!”, quando poi tocca a te sentirlo dire o leggerlo, ti rendi conto di quante cose stupide si possano dire pensando di essere anche molto intelligenti! Ti rendi conto che la maggior parte delle cose che dici o scrivi ad un’amica che sta male, è dettata dal dovere, sì, ti senti quasi in obbligo di tirarle su il morale o, peggio ancora, pensi che solo tu puoi tirarle su il morale e dici e scrivi parole vuote di significato. Ora che, da qualche giorno, mi trovo ad essere io dall’altra parte, capisco tante cose. Capisco la ricerca del silenzio, della pace, quella pace interiore che, non necessariamente può essere raggiunta stando da soli, anche in compagnia di un’amica si può, ma in silenzio, rigorosamente in silenzio, ché tanto se la tua amica è amica davvero, le parole non servono. Io, che sono la regina dei silenzi, che capisco al volo cosa passa nella testa di una persona e che sono sempre presente quando un’amica chiama, ora avrei bisogno di un’altra me che si sedesse al mio fianco ad ascoltare il rumore assordante dei miei pensieri, che si girasse a guardarmi ogni tanto e con un cenno mi facesse capire che sa, che non è necessario urlare, che non ho bisogno di spiegare, che posso finalmente chiudere gli occhi e lasciare che il groviglio di pensieri si sciolga e scorra via come l’acqua di un fiume verso il mare. -Oh non affrettatevi però! Era tanto per dire, sono pur sempre lo stesso cinghialetto e potrei mordere chi si avvicina! – Insomma non c’è niente di peggio dell’essere immobilizzati, anche se solo temporaneamente, per accentuare questo stato d’animo. Il bisogno di fare i conti con se stessi si alimenta con il dolore e l’impotenza; paradossalmente, più soffri fisicamente e più scavi interiormente alla ricerca di risposte, tanto non puoi scappare, sei lì e puoi solo pensare! Che sfiga! La prossima volta vorrei soffrire di svenimenti, magari con l’aggiunta di inappetenza , grazie!

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