CULTURA, CIOCCOLATA E…

«Caro Festival,
tu che hai la fortuna di non essere snob, tu che hai il privilegio di non essere chic, tu che hai il vantaggio – oh, quanto vantaggioso – di non essere moralista, tu che… beato te, non hai la puzza sotto il naso (e dire che hai un naso gigantesco), tu che sei la televisione, non so se mi spiego…  E anzi, per spiegarmi meglio faccio presente la “suggestiva scenografia”, la “festosa occasione”, lo “spettabile pubblico” e insomma questo rettangolo che incornicia il qui presente, con tanto di abito di circostanza e trucco acconcio! Non so se ti rendi conto, caro Festival, del potere smisurato che hai!

Il potere quello vero, mica le parolette dei politici, mica la micragnosa disputa su quattro soldi da spartire! Il potere di entrare nella testa e nella pancia della gente, tutte le sere, tutti i giorni, a tutte le ore. Il potere di scegliere se in questo preciso momento, e un’ora fa e tra un’ora, e ieri e domani, il popolo potrà mangiare merda oppure cioccolata. Nessun pregiudizio contro la merda, per carità! La merda è natura, concima, stimola, parla di noi. Solo che non conosco nessuno, ma proprio nessuno, che dovendo scegliere, non preferisca la cioccolata!

A sentire quello che si dice in giro la cioccolata è solo roba per gli eletti, gli intellettuali, gli snob. La cioccolata è di nicchia, è per pochi, è troppo raffinata per il popolo! Ma guarda che non è mica vero, caro Festival! Dovendo e potendo scegliere, lo snob e il burino, lo chic e la smandrappata, il patrizio e il plebeo, allungano tutti spontaneamente la mano verso la cioccolata! Sarà una forma di conformismo, sarà mancanza di fantasia, sarà la società di massa, sarà la globalizzazione… o sarà, più banalmente, che è più buona la cioccolata!

E dunque, caro Festival, tu che sei ben introdotto, tu che frequenti i capi, potresti dire, per cortesia, a quei signori, quelli che fanno i palinsesti, quelli che decidono i programmi, quelli che dentro questo rettangolo ci mettono la faccia e in qualche caso anche il sedere, potresti dire a lor signori che il popolo ha gusti banali, tendenze elementari, e dunque, poveretto, preferisce la cioccolata? E potresti spiegargli bene a quei signori che tutta la merda che la televisione riversa nelle case della gente semplice, non solo non è popolare ma avvelena il popolo? Potresti dire ai capoccioni della tv che i veri snob, i veri radicalchic, i veri odiatori del popolo, sono i venditori di merda?

Sono quelli che parlano solo di share e audience; mai di bellezza, mai di giustizia, mai di ragione e – scusa la parolaccia che pronuncio a bassa voce non senza essermi cautelato con i miei avvocati – di cultura. Cultura! Magari è tutta gente che legge Kafka e ascolta Mahler poi – per pura stravaganza, per sfizio intellettuale, per il gusto assurdo di andare controcorrente – la cioccolata la tiene per sé, e al povero popolo rifila tonnellate di merda! Mettici una buona parola, Festival, tu che puoi! Fagli capire che la democrazia vera è cioccolata per tutti! E scusami se ho detto sette volte la parola merda, ho un alibi: sono in televisione!»

Lettera di Michele Serra al Festival di Sanremo, letta dall’attore Remo Girone durante Sanremo2009

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