FULL METAL KITCHEN

di marina garau chessa

Mai sottovalutare il lavapiatti!

“Il potere logora chi non ce l’ha” è una delle frasi più celebri di Giulio Andreotti, benché la stessa frase sia stata attribuita anche a Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Mi permetto di dissentire e sostenere che il potere è come il fascino: dipende in parte da quello che si possiede e in parte da ciò che viene attribuito; il potere, quindi, logora chi lo attribuisce a qualcun altro o chi finisce per attribuire a qualcuno un potere superiore a quello che effettivamente ha. Dall’altra parte ci sono i soggetti che fanno credere ad altri di averne, ma è non il punto di queste righe.

Spesso, le persone che riteniamo abbiano più potere sono incastrate in una struttura gerarchica talmente rigida che rende difficile ottenere il livello di libertà che consentirebbe di garantire aiuti e favori, per il semplice motivo che anche loro hanno dei superiori ai quali rendere conto.

Chi ha “fatto la stagione” in un ristorante o ha avuto la possibilità di vedere come lavorano le cucine, avrà notato che, più la cucina è efficiente e più somiglia ad un incrocio fra Hell’s Kitchen e Full Metal Jacket. Gordon Ramsay, in confronto ad alcuni chef, è un’educanda sperduta; e devo dire che in molti casi è davvero impressionante vedere come funzionano quelle macchine da guerra dietro ai fornelli. Questo perché non è tanto il potere del singolo che conta, quanto l’organizzazione della squadra. La cucina, in effetti, ha potere come massa; perché se decide di scioperare è finita. Lo stesso discorso, uguale, vale per il personale di sala anche se, essendo a contatto con il pubblico, il linguaggio da sergente Hartman è decisamente limitato.

Il vero fulcro di un locale, però, è il lavapiatti: nessuno lo prende in considerazione e viene considerato l’ultima ruota del carro, senza tener presente però che il carro ha bisogno di tutte le ruote per poter procedere, e che se un lavapiatti si trova con l’acqua alla gola –  la sostanza che avevo in mente non è proprio l’acqua – tutto il sistema si blocca. Il lavapiatti ha potere come singolo.

Nella vita di tutti i giorni il nostro lavapiatti è qualcuno non ben visibile: può essere un operatore scolastico col quale siamo sempre stati gentili, un impiegato di cui non conosciamo il nome ma che ricordiamo per qualche motivo e così via. Non si tratta di un potere che può stravolgerci la vita, ma di quel potere che ci può risolvere diverse seccature. In genere ce ne accorgiamo solo quando un “lavapiatti” ci risolve il problema.

Ognuno di noi, per altro, sottovaluta il potere dell’educazione: in un periodo storico in cui la cortesia è demodé, ci siamo dimenticati che si tratta di una di quelle ricchezze che si deve possedere per poter ricevere; e che parole come “buongiorno”, “scusi”, “per favore” e “grazie” possono aprire un gran numero di porte.

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3 pensieri riguardo “FULL METAL KITCHEN

  • 20 Giugno 2017 in 17:07
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    Interessante questo pensiero di Marina Garau Chessa e la rima risposta che mi viene da dare è questa: ..ma non è che quel “lavapiatti” abbia ripulito, cammin facendo, tutte quelle belle parole che si usavano una volta ed ora sono in disuso?
    Vita natural durante, di persone educate e gentili, ne abbiamo incontrato e anche tante. Ma oggi, con questa civiltà, avanzata a chi non so, con gli smartfhones, coi tablet, coi ….booohh!, con tutti i mezzi di (non) comunicazione che abbiamo, come facciamo a “pretendere” un grazie! uno..scusi! un per favore! da chi ci sta vicino, impegnato com’è a dialogare nel più assoluto silenzio?
    Lei, Marina, è troppo buona e sincera! Educazione e cortesia sono vocaboli che è difficile trovare nei moderni vocabolari, sempre che questi esistano! Un cordiale saluto
    Gavino Puggioni

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    • 20 Giugno 2017 in 17:44
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      Grazie per il commento! Di sicuro la velocità dei nuovi mezzi di comunicazione (o non comunicazione, come dice lei) hanno finito per farci “tagliare” quelle espressioni che abbiamo considerato, a torto, non necessarie. Io tendo a continuare ad usarle anche nei messaggi, ma non perché sono buona, perché credo che parole come “grazie” siano fondamentali. È, in fondo, la traduzione per iscritto di un sorriso. A presto

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  • 20 Giugno 2017 in 18:55
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    Fa benissimo a continuare ad esser quella che è! Il sembrare, semmai, è molto di moda e a me le mode non piacciono, in assoluto!
    Ecco, GRAZIE per la sua gentile risposta e spero di conoscerla in una qualche occasione, vista l’amicizia in comune con Francesca.
    Buona serata!
    Gavino

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